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Il Dress Code: Non solo questione di Stile

Il Dress Code è qualcosa di fondamentale quanto radicato all’interno della cultura di una popolazione. In Italia, per esempio, eccetto quando si tratta di cerimonie religiose, ognuno potrebbe vestirsi come meglio crede.

Ma è davvero così?

Logicamente no. Siamo condizionati da sovrastrutture che ci impongono determinati dress code abbinati a determinate situazioni. L’esempio più classico è il lavoro d’ufficio; dove una donna non si presenterà mai e poi mai in tuta e sneakers. Potrebbe infatti essere la persona più brillante del mondo, ma quell’abbigliamento urlerebbe ai colleghi, ai clienti e al mondo intero con la quale andrebbe ad interfacciarsi “ehy, sono davvero sciatta“.

Ci sono poi situazioni ancora più delicate, quali per esempio i colloqui di lavoro. In quei casi la situazione che si viene a creare è precaria ed il compito della persona è comunicare al recruiter Chi è. Certo, lo si fa dal curriculum e dal colloquio, ma non basta. L’abbigliamento dice moltissimo di noi. Chiaramente non basterà avere un outfit decoroso per ottenere un lavoro, ma come si suol dire “l’occhio vuole la sua parte”.

Le regole per il dress code perfetto da candidata

  • No ai sandali, si alle scarpe col tacco ma al massimo 10cm
  • Utilizzare i vestiti va benissimo se di una lunghezza appropriata
  • Non utilizzare capi o accessori troppo vistosi
  • Trucco leggero

Ma soprattutto vestirsi con qualcosa con cui ci si senta a proprio agio. Abbigliamento scomodo renderà l’intera intervista poco fluida.

E ora veniamo al tasto dolente:

I colori per il dress code

Come fare a sentirsi a proprio agio se non si può esprimere sé stesse con il colore? Ebbene, il colore è la prima forma di comunicazione visiva che abbiamo. Il rosso, per esempio, comunica moltissimo. Sebbene nella storia dell’arte venisse utilizzato come allegoria di amore e maternità, oggi è simbolo di amore, passione e risolutezza. Chi utilizza il rosso è qualcuno sicuro di sé, che si pone dinanzi all’obiettivo senza remore. Di sicuro troppo aggressivo per una candidata in cerca di lavoro. In un articolo di Repubblica si evince che da statistica chi ha ottenuto un lavoro il giorno del colloquio indossava il colore blu, a seguire il viola o il nero. E sebbene altre fonti autorevoli dicano l’esatto opposto, su una cosa sono d’accordo tutti: Con il nero non si sbaglia mai!

Io cosa ne penso?

Il nero sta bene con tutto, in parte è vero, ma ci sono carnagioni che si prestano a fatica con il nero. Sono più del Team Vanity Fair quando dice che bisogna scegliere look e colori adatti ad età e posizione che si vuole ricoprire. Evitare assolutamente l’arancione (altro colore caldo, che deriva dal rosso) … Ma aggiungo In palette! D’altra parte se ci si affida ai consulenti per risistemare il proprio curriculum, richiedere il supporto di una consulente d’immagine per essere impeccabile il giorno in cui si concorre al lavoro dei sogni non è poi una cattiva idea, no?

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