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Body Positivity tra Natale milanese e sport

La Body posivitivity tra le vie della Moda e le palestre di ginnastica

Per chi ancora non la conoscesse, Cristina Fogazzi, in arte l’Estetista Cinica, quest’anno avrà modo di sentir parlare della nota imprenditrice bresciana. Nata come fenomeno social grazie al suo profilo dedicato all’universo beauty, ha vinto l’appalto per realizzare l’albero di Natale 2022 in piazza Duomo a Milano. Si sa ben poco di come sarà l’addobbo nella metropoli, quello che è emerso immediatamente dopo l’assegnazione di questo importante incarico è stato il leitmotiv con cui verrà eretto l’albero più visto in città.

Al grido di “We Wish You to Be Yourself”, Cristina Fogazzi riporta l’attenzione su quello che è un argomento ad oggi sempre più discusso e sotto i riflettori, quale quello della Body Positivity.

Se ne sente parlare continuamente, ma in pochi sanno le origini di questo termine e il perché sia così necessario evidenziarne le peculiarità.

Il termine body positive nasce circa tra il 2010 e il 2011 grazie per merito di donne oversize, il più delle volte di colore, che postavano dei contenuti sui social media con l’hashtag #BodyPositivity.

Criticato perché si pensava inizialmente istigasse ad uno stile di vita malsano e tendente ad abitudini alimentari scorrette, la body positivity altro non è che l’accettazione di sé, prendendosi cura del proprio io e vestendosi nel modo in cui ci si sente a proprio agio e non necessariamente seguendo mode o stereotipi.

Quale momento migliore, infatti, per parlare di Body Positivity, se non questi giorni?

È noto infatti che continuano ad emergere nuovi episodi e dettagli legati al mondo della ginnastica e dello sport agonistico, dove sono diverse le ragazze ad esser vessate e maltrattate al punto di denunciare la società sportiva di appartenenza.

La divulgazione di queste notizie ha aperto un vaso di Pandora, offuscando quelli che da sempre sono i valori legati alla disciplina e alla passione per lo sport a favore di un ambiente ostile e spesso inadatto a bambine o ragazzine.

Parliamo quindi di giovanissime di talento che grazie ad impegno e sacrificio costante avevano accesso a gare di impegno nazionale.

Non giovani donne, bambine che saltavano feste di compleanno; giochi in piscina e momenti di noia sul divano con la tele accesa.

Queste bimbe, cresciute troppo in fretta perché troppo diligenti, nel loro momento di agonismo non venivano ringraziate o sollecitate ma insultate per il peso; per la forma fisica, riducendole a meri oggetti di carne che non stavano facendo abbastanza. Non stavano facendo abbastanza. Nemmeno mentre rinunciavano alla propria infanzia.

Pur dall’altro capo del Mondo, stupisce come Disney sappia far centro ancora una volta e cavalcando l’onda di un momento storico che ne sente il bisogno narra in un corto le vicende di Bianca; la ballerina sovrappeso che inizialmente non si sente a proprio agio a danzare confrontandosi con le sue compagne di corso.

Impara ad amarsi, la protagonista, esattamente come dovremmo fare tutte. Lo fa perché addosso ha il vestito che ama; quello che la fa sentire leggera. Il tutù di Bianca è un po’ il mantello di Batman: non è quell’oggetto a renderlo un supereroe, ma è quell’elemento a farlo sentire un supereroe.

A volte basta poco, ciò che conta è trovare ogni giorno il proprio mantello e ricordarsi quanto ci si ama.

P.s. Il mio è l’abito mac pherson , il tuo qual è?

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